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FAQ sulla contabilizzazione del calore e la ripartizione delle spese condominiali per gli impianti termici centralizzati


In genere è previsto un contabilizzatore generale in centrale, che quantifica il totale di energia termica fornita, che viene ripartita sulla base delle letture dei contabilizzatori diretti o indiretti. Le letture singole, con la loro somma danno una tabella di ripartizione della quantità totale di calore, o comunque della spesa generale


L’energia termica consumata dai singoli utenti viene calcolata sulla base della portata della quantità di acqua che transita nel radiatore per il delta termico (differenza tra temperatura in entrata e temperatura in uscita) dell’acqua che transita nel radiatore. In genere questa quantità è riportata nei contatori singoli per la verifica della singola utenza, ed in centrale per la contabilizzazione da parte dell’Amministratore


L’acqua in genere viene sufficientemente riscaldata per mantenere una temperatura idonea anche negli ambienti più distanti, soprattutto garantendo un adeguato flusso di fluido. In ogni caso il sistema di contabilizzazione consente di supplire a tale inconveniente in quanto misura il calore consumato sulla base della portata e della differenza di temperatura tra entrata ed uscita, e quindi è indipendente dalla temperatura alla quale il liquido arriva al radiatore


Un problema ricorrente è rappresentato da una non corretta disposizione del radiatore e della valvola. Se coperta o male ubicata, potrà far si che la valvola senta una temperatura diversa dell'ambiente. Se prossima ad uno spiffero freddo, manterrà il radiatore sempre aperto, viceversa se coperti da tende o copri radiatori sentirà una temperatura calda e chiuderà il radiatore prima che occorra. In caso di ambienti molto estesi sarà infatti opportuno istallare anche un secondo radiatore o una sondina di modifica del segnale


Pur essendo possibile l’eliminazione della centrale termica con il consenso di tutti i condomini è in genere opportuno mantenerla, sia per situazioni di emergenza sia per eventuali futuri cambiamenti nella fornitura. In ogni caso della scelta fatta è opportuno darne comunicazione agli organi di controllo per i successivi adempimenti


Con il sistema di contabilizzazione del calore e la termoregolazione, è possibile, anzi auspicabile che l’impianto resti sempre acceso. Ognuno nello interno della unità immobiliare potrà regolare la temperatura interna, (ed il tempo di accensione in presenza di idoneo orologio) in ogni ora del giorno, anche in quelle ove prima il servizio non era erogato. E’ uno dei vantaggi della contabilizzazione e della termoregolazione


Il fatto di erogare energia a seconda di quanto e quando serve, senza la necessaria contemporaneità prevista in assenza di contabilizzazione e termoregolazione, lo sfruttamento della centrale avverrà in modo modulato, senza eccessi, senza dover mantenere temperature massime per tutti gli ambienti e potendo restare sempre accesa. In genere si ha un consumo energetico ridotto di almeno il10%


Il sistema di termoregolazione e contabilizzazione, consente anche di azzerare la richiesta di calore. Resta però a carico del singolo condomino il corrispondente consumo di calore involontario consumato dall'impianto e dall'involucro nel suo insieme. Resta altresì l’opportunità di non chiudere del tutto l’impianto anche in funzione antigelo


Il montaggio delle valvole termostatiche è un obbligo di legge e di norma. Peraltro le stesse sono il cuore della regolazione e del risparmio energetico che ne consegue ed era opportuno istallarle anche a prescindere dalla contabilizzazione


In genere il numero 3 corrisponde ad una temperatura di 20 gradi. Ognuno poi le regolerà in funzione delle proprie esigenze. E’ opportuno di tanto in tanto muovere le valvole per evitare incrostazioni e soprattutto nei periodi estivi di spegnimento dello impianto di riscaldamento converrà lasciarle aperte nella posizione maggiore


Le modalità di controllo della temperatura, attivate dalla valvola termostatica, possono far si che lo stesso sia caldo nella parte superiore e meno nella parte inferiore. Prima della istallazione delle valvole questo era un difetto del radiatore cui occorreva porre rimedio. Con le valvole è un fatto normale, che può ridursi aprendo maggiormente le valvole se si richiede più calore. In caso non riscaldi per niente, allora prima si cercherà di muovere la valvola per rimuovere incrostazioni nello otturatore. Se non si ottiene il risultato converrà chiamare un tecnico


Per legge, la temperatura interna deve essere di 20° con una tolleranza di più o meno 2 °C. In genere questa temperatura si raggiunge con la posizione 3, ma ovviamente dipende da vari fattori da sperimentare direttamente sul posto una volta istallata la valvola


Può accadere che nel radiatore ci sia aria. Il primo effetto è la diversità di temperatura nel radiatore, più freddo nella parte estrema e più caldo in prossimità della valvola termostatica. Talvolta è caratterizzato dal rumore dell’acqua all’interno. Se c’è la disponibilità della valvola di sfogo sarà sufficiente aprirla fino a che dalla stessa non esca acqua. Se non c’è la valvola, con cautela si potrà chiudere la valvola termostatica, lascando aperto il detentore della parte bassa. Poi allentare la valvola di attacco superiore fino a che si sente uscire aria. Trattasi di operazione delicata che converrà far fare al tecnico dello impianto


Il progetto delle valvole termostatiche, dovrebbe evitare il problema adeguando la velocità del flusso di acqua in relazione al tipo di radiatore e di impianto. In genere il rumore è influenzato dalla apertura della valvola ed in caso di rumore converrà aprirla un po’ di più per ridurre il rumore quando questo si dovesse verificare


E’ operazione possibile, ma non consigliabile, per evitare scompensi allo impianto, specialmente se ciò accade per lunghi periodi. In caso di assenze prolungate, anche in funzione antigelo, converrà porre la valvola sulla posizione 1 (che consente in genere una temperatura di 16 °) ovvero sulla posizione * che rappresenta una posizione antigelo


Se si apre la finestra in prossimità del radiatore, la temperatura più fredda indurrà la valvola termostatica a consentire un maggior flusso, con inutili sprechi, in contrasto proprio con l’effetto desiderato con l’apertura della finestra. In tal caso converrà mettere la valvola su posizione ridotta (0,1) anche con l’effetto di rimuovere possibili incrostazioni dello otturatore


Le valvole termostatiche consentono una regolazione degli ambienti in funzione del loro uso e delle necessità. Nelle stanze di minore uso abbassare la temperature di due gradi può portare ad un risparmio del 10/15%. L’operazione più logica è quella di regolare la temperatura stanza per stanza anche di pochi gradi, spostando la posizione nel valore più consono. Una temperatura non eccessiva, porta ad una maggiore salubrità degli ambienti, riducendo i salti termici con l’esterno. D’altra parte coprirsi meglio in casa sapendo che questo può portare ad un notevole risparmio è sempre una scelta opportuna


In genere le utenze sono fornite di contabilizzatori, che possono essere diretti (lettura diretta del consumo all'ingresso dello impianto), oppure indiretti chiamati ripartitori. La stessa parola indica la loro funzione. Il consumo totale viene ripartito sulla base della tabella di tutti i consumi, che forniscono percentuali da attribuire alle singole utenze. Ogni singolo radiatore, sarà dotato di questo congegno (ripartitore) che in funzione della temperatura del radiatore e dello ambiente, fornirà un numero che servirà per ripartire i consumi di tutti i radiatori. Vengono installati in modo che sia possibile la lettura diretta sullo stesso ed in remoto in centrale, anche per evidenziare consumi anomali o rotture o manomissioni degli stessi. Non necessitano di manutenzione avendo batterie che possono durare fino a 10 anni


Sul radiatore verrà montata una piastra molto conduttrice, che viene fissata al radiatore e poi ad incastro, senza possibilità di rimozione, verrà posizionato il ripartitore. Lo strumento misurerà il salto di temperatura del radiatore e dello ambiente e servirà a quantificare la fornitura di calore dello stesso. In genere sarà possibile istallarli senza opere particolari, rimozioni, fori ecc. Per tale motivo è sempre possibile posizionarli, senza spegnere l’impianto, e senza necessità di successive manutenzioni


Il D.Lgs 102/2014 fissa come termine per l’istallazione dei contabilizzato il il 31 dicembre 2016, per tutti gli impianti centralizzati. Per le ragioni variamente espresse, oltre l’obbligo della istallazione, costituisce un metodo di risparmio, alternativo al distacco dall'impianto


Il mercato fornisce un’ampia gamma di contabilizzatori diversi per materiali, forme e tipologia di quantificazione del calore. Alcuni ripartitori sono realizzati in modo da sentire solo la temperatura superficiale del ripartitore, senza tener conto della temperatura del locale in cui è posizionato. Sono strumenti meno sofisticati di facile istallazione e minor costo. Esistono poi ripartitori più sofisticativi e più precisi, che oltre a sentire la temperatura del radiatore ed il calore dallo stesso emesso, lo confronterà con la temperatura interna del locale.  La quantità di calore fornita dal radiatore verrà quindi calcolata sulla base della differenza di queste due temperature. Trattasi di strumenti più sofisticati ed attendibili, che forniscono dati più affinati. Il loro maggior costo è giustificato da una misurazione più esaustiva


Il ripartitore è un misuratore particolare, Non misura unità fisiche (mc,KW, Calorie)  come siamo abituati con i soliti misuratori. I ripartitori, forniscono unità di riferimento del consumo di energia termica prodotta da un corpo scaldante. Danno cioè un confronto relativo rispetto agli altri misuratori. Ad esempio a parità di lettura significa che hanno misurato la stessa quantità di calore. Se un ripartitore fornisce il valore 2 ed un altro 1, significa che il primo ha consumato il doppio del secondo misuratore. Estendendo il concetto tra più ripartitori, significa che ognuno ha misurato una aliquota del calore fornito a tutti i ripartitori. Noto quindi il calore totale fornito (o la spesa totale sostenuta) a ciascun ripartitore corrisponderà una quota del totale. Tali quote rappresentano quanto compete al titolare del singolo ripartitore. Se la somma di tutte le letture è 120 ed un singolo ripartitore riporta il valore 12, significa che avrà consumato e quindi speso il 10% del totale. Peraltro in assenza di certificazioni precise per tutti i contatori, questi debbono sempre essere considerati ripartitori, a condizioni che abbiano le stesse caratteristiche di misurazione. In sostanza il ripartitore non fornirà la misura di KW o mc, ma solo la percentuale di competenza del singolo rispetto al totale


Le norme UNI EN834 ed UNI10200 forniscono i criteri per determinare l’affidabilità e le modalità di valutare i dati forniti dal ripartitore. Ogni ripartitore dovrà quindi essere programmato e valutato dal tecnico installatore, in funzione di una serie di parametri propri dello impianto e del locale. In particolare dipenderà dal tipo e materiale del radiatore e dalla sua potenza termica. La tipologia e dimensione degli elementi di raccordo (detentori, valvole, attacchi ecc) di tutte le altre variabili di composizione (es. alettature e forma degli elementi). L’affidabilità del ripartitore dipenderà quindi dalla certificazione dello stesso e del montatore che avrà eseguito la parametrazione del misuratore. Le verifiche nel tempo confermeranno la corretta istallazione


Le letture avvengono direttamente sul display dello strumento ed in contemporanea anche nel display remoto, che consenti ora la lettura di tutti i ripartitori senza necessità di accesso allo interno dei singoli locali. Ciò consentirà la contemporanea verifica da parte del condomino e da parte dello amministratore, anche al fine di evidenziare anomalie, rotture, manomissioni ecc.


Non esistono controindicazioni valide. La ditta fornitrice dei ripartitori fornirà tutte le certificazioni di sicurezza ed affidabilità. Le stesse saranno confermate da una affidabile impresa installatrice. La presenza degli stessi non influisce in alcun modo con l’uso e la vivibilità degli ambienti, anche dal punto di vista estetico. Anche le emissioni di onde per trasmettere in remoto, sono indicate e certificate dalla impresa per essere conformi alle normative vigenti


La tipologia dei ripartitori è in genere tale da non poter essere manomessi. La assenza di necessarie manutenzioni per almeno dieci anni oltre alla realizzazione a blocco ne impedisce la manomissione. I dati che vengono trasmessi sono criptati fino al lettore in remoto. L’andamento delle letture fornisce inoltre un valido ausilio alla verifica di anomalie o atti che possano alterare i risultati. Inoltre i ripartitori vengono forniti sigillati e qualsiasi tentativo di intrusione viene registrato


A meno di una errata progettazione ed istallazione, che dovrebbe prevenire fenomeni che alterano le letture, quello che accade successivamente viene costantemente monitorato e quindi un comportamento anomalo viene subito registrato ed oggetto di richiesta di verifica


In genere i ripartitori vengono forniti in blocco, con batterie al litio idonee a mantenersi in efficienza per almeno dieci anni. In ogni caso le necessità di intervento vengono evidenziate dalla lettura in remoto che registra anomalie di funzionamento. Proprio per queste caratteristiche, in genere, al termine dei dieci anni, in modo preventivo si sostituisce l’intero ripartitore, con uno nuovo e aggiornato alla nuova tecnologia


In genere il ripartitore, da montare su tutti i radiatori del condominio, dello stesso tipo e delle stese caratteristiche, viene montato in posizione centrale, fermo restando la possibilità che il tecnico installatore potrà ben scegliere una posizione più idonea, in dipendenza della tipologia del radiatore, della sua posizione della sua foggia, oltre che dalle condizioni locali e dalla ampiezza del locale che può suggerire o di aumentare il numero dei radiatori e dei ripartitori ovvero dei sensoria a distanza, in presenza di alterazioni locali (nicchia, copriradiatore, tende,ecc). In genere tutte le istruzioni per un corretto montaggio sono descritte dal costruttore degli strumenti di lettura. Questi criteri dovranno essere rigorosamente rispettati, anche in ordine alla responsabilità da attribuire al fornitore


Il costo dei ripartitori e di tutta la strumentazione connessa, dipende ovviamente dal grado di affidabilità e di servizi connessi alla tipologia scelta. Influenza, la presenza di doppi sensori, di lettore remoto più o meno distante, di robustezza dello strumento dalla tipologia dei radiatori, delle valvole di attacco e di tutti gli altri accorgimenti che in fase di montaggio saranno indicati da parte dello installatore. In ogni caso il loro costo, non elevato, è facilmente ammortizzato da i risparmi di consumi che conseguono ad un impianto ben termoregolato, specialmente per il fatto che chi vorrà migliorare l’efficienza della propria abitazione, potrà averne un beneficio diretto ed immediato, che porterà ad un miglioramento complessivo di tutto l’impianto. In assenza di contabilizzazione, il miglioramento energetico del singolo viene distribuito su tutti i condomini, anche quelli che non migliorano le loro condizioni e costringono l’impianto a funzionare sempre al massimo con gli ovvi inconvenienti di consumo e manutenzione


In presenza di una predisposizione dello impianto già esistente, il montaggio della valvola può essere eseguita facilmente anche dal proprietario. In ogni caso anche l’intervento dello idraulico non è cosa complessa


L’impianto centralizzato, potrebbe consentire delle alternative rappresentate da una caldaia di emergenza o un impianto elettrico di emergenza, unitamente per i brevi periodi, alla possibilità di istallare un serbatoio di accumulo. Tali soluzioni sarebbero sicuramente più complesse e più costose per singole utenze


Gli impianti più datati sono in genere “a colonne montanti”, caratteristica connessa proprio alla dizione termosifone, che facilitava il trasporto del calore dal basso verso l’alto ove era ubicato l’apposito vaso di espansione. Nel piano cantinato si aveva un anello di distribuzione che alimentava le colonne montanti alimentanti i radiatori ai vari piani e che in sommità si ricongiungevano nel vaso di espansione. Tale tipologia era di facile esecuzione e comportava anche economie di esecuzione. La maggior parte degli impianti di riscaldamento più datati è a colonne montanti. In epoche successive sono stati utilizzati impianti a colonne che alimentavano ai vari piani anelli che servivano le varie unità immobiliari dipartendosi da una scatola di derivazione. La differenza dei due impianti è quella che mentre la prima può supportare solo i contatori indiretti, la distribuzione ad anello può supportare anche in contatori diretti


Un impianto centralizzato consente di ottimizzare il funzionamento di una centrale termica che non funzionerà più al massimo della sua potenzialità, ma sarà modulata slle singole esigenze.  Il costo complessivo è ovviamente ridotto rispetto a tanti impianti, per la migliore razionalizzazione die consumi, le minori manutenzioni e certificazioni, per l’assenza di una molteplicità di canne fumarie, di libretti di funzionamento, di contratti di gestione. Tali valutazioni sono all’origine della normativa, assunta da tanti comuni e regioni, che privilegiano la realizzazione di impianti centralizzati, in particolare da 4 utenze in su


Ogni condomino, potrà consumare quanto desidera, gestendo orari (con un orologio di funzionamento) e temperature dei singoli radiatori, avendo un calore continuo e moderato anche nelle ore in cui agli condomini non interesserebbe. I contabilizzatori di sua competenza, indicheranno la quota di consumi che dovranno essergli attribuiti, quantificati quindi come consumo volontario. Ovviamente l’impianto e la centrale funzioneranno e consumeranno a prescindere dai singoli consumi e questi concorreranno alla formazione del consumo involontario che dovrà essere ripartito secondo la tabella millesimale di riscaldamento unitamente ai costi di manutenzione La quota attribuita alla potenza impegnata, cosiddetta quota "fissa" o consumo involontario va determinata seguendo le indicazioni della norma UNI 10200 (tab 21). L’ammontare della quota "fissa" o consumo volontario viene suddivisa fra i condòmini sulla base della ripartizione millesimale di riscaldamento o in base alle quote della potenza termica installata


Come noto il consumo involontario o quota fissa, rappresenta il consumo energetico dello impianto a prescindere dai singoli consumi. Anche con tutti gli impianti chiusi o aperti al minimo (come può accadere per le seconde case o case di montagna) la centrale continuerebbe a produrre e consumare calore. Questa quota deve necessariamente essere ripartita tra tutti i condomini. Il consumo involontario, o quota fissa comprende:
• le spese di conduzione e manutenzione ordinaria dell'impianto termico;
• le spese per servizio di contabilizzazione del calore e di ripartizione della spesa di riscaldamento;
• le spese per servizio di contabilizzazione del calore e di ripartizione della spesa di riscaldamento;
• il consumo derivante da dispersioni termiche dei sottosistemi di distribuzione e di generazione dell'impianto termico;
• il consumo afferente il riscaldamento di locali ad uso collettivo con o senza apparecchiatura di misurazione del calore;
• il consumo afferente il riscaldamento di locali ad uso collettivo con o senza apparecchiatura di misurazione del calore.
E’ chiaro che se tutti consumano l’impianto allo stesso modo, la ripartizione delle spese resta omogenea rispetto ai singoli consumi. In presenza invece di forti differenze o di scarso consumo, il costo del consumo involontario diviene prevalente. Le norme Uni disciplinano i metodi di calcolo della quota fissa in dipendenza della tipologia delle utenze


Il calcolo dei consumi avviene con misura diretta e quindi non avrebbe senso tener conto di piano ed esposizione. Una particolare situazione potrebbe aversi in presenza di una diagnosi energetica dell’edificio che attribuisce a ciascuna unità immobiliare i consumi previsti o richiesti. In ogni caso a prescindere da tale analisi energetica in cui detti fattori sono portati in debito conto, nelle situazioni in cui manca la norma UNI applicabile non consente di portare correzioni alle letture fatte

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